Da sempre la Chiesa provvede, attraverso il contributo dei fedeli, al sostegno dei sacerdoti, come pure alla carità verso i poveri e al mantenimento dei luoghi di culto. Anche oggi la Chiesa riconferma questo orientamento, provvedendo che i presbiteri possano godere di "una remunerazione adeguata alla loro condizione, tenendo conto sia della natura dell'ufficio che svolgono, sia delle circostanze del luogo e del tempo, e con la quale possano provvedere alle necessità della propria vita e all'equa retribuzione di coloro il cui servizio è loro necessario. Occorre ugualmente avere cura che usufruiscano della previdenza sociale, con la quale si possa provvedere convenientemente alle loro necessità in caso di malattia, invalidità o vecchiaia" (Can. 281).
A seguito del Concordato del 1984, sono stati creati il Sistema di Sostentamento ed il Sistema di Previdenza, la cui gestione è affidata all'Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero che coordina gli Istituti diocesani, tra cui l'Istituto per il Sostentamento del Clero della Diocesi di Foligno (IDSC).
I beneficiari dell'IDSC sono anzitutto l'Arcivescovo ed i Vescovi ausiliari, poi tutti i sacerdoti diocesani o religiosi cui l'Arcivescovo affida un incarico nella Diocesi, in qualità di parroci, vicari, insegnanti, addetti di Curia o altro.
I mezzi per sovvenire alle necessità del Clero diocesano provengono da diverse fonti:
L'Istituto per il sostentamento del Clero, su indicazioni della Curia Arcivescovile, computa le remunerazioni dei sacerdoti in funzione dell'incarico e dell'età, calcolando secondo precisi parametri le entrate del singolo e provvedendo ad integrare, qualora necessario, quelle remunerazioni che rimanessero al di sotto della soglia che la Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito quale giusta e conveniente.